Questione di distanza

L’amore a distanza è un tema controverso. Ognuno ha la sua idea: c’è chi pensa che sia impossibile, chi pensa che sia un buon modo per mantenere l’amore e chi pensa che a volte sia la migliore o l’unica soluzione. Personalmente non credo troppo nell’amore a distanza poiché vedersi, sentirsi fisicamente, è fondamentale. Sono convinto che l‘amore a distanza, anche se per un breve periodo, serva. Ci aiuta a capire di che pasta è fatto il nostro amore, serve a capire se il nostro amore resiste ai chilometri. Perché quando lei è lì, a 1500 km distante da te, e provi ad immaginartela davanti agli occhi, oppure ascolti la sua voce e senti un fuoco che ti brucia dentro, allora significa che l’amore c’è. E quando c’è l’amore, non manca più nulla. Tutti i chilometri che ci dividono spariscono quando guardo i tuoi occhi. Capita a volte di avere quella infantile voglia di correre a dormire, perché sai che solo mentre sogni potrai vederla come se fosse lì con te. E poi lo sappiamo, tutti i chilometri che ci dividono dalla nostra metà, dovunque andremo e qualunque cosa faremo, non potranno mai portaci via il nostro amore, se quest’ultimo è vero. Lo diceva anche Properzio più di duemila anni fa “quamvis diducere amantisnon queat invitos Iuppiter ipse duos” (sebbene separare due amanti contro la loro volontà non lo potrebbe lo stesso Giove”. Ma, alla fine, cos’è la distanza. La distanza è la congiunzione “e” nella frase “io e te”; quella stupida congiunzione che non permette ad “io” e “te” di stare vicini, insieme, per sempre.

Lascia un commento